Iliade. Tutti conosciamo l’opera omerica dai tempi della scuola. Corrado d’Elia la riprende creandone una versione in chiave poetica da leggere ad alta voce nelle piazze, da portare nel mondo e nella vita di tutti i giorni. Iliade. Storia di uomini è un modo per ritrovare il significato profondo della parola, e, con questa, di noi stessi.
Abbiamo incontrato Corrado per scoprire i “dietro le quinte” di Iliade.
Perché una riscrittura dell’Iliade?
Perché amo il greco e il latino, perché traduco dal greco e amo le lettere classiche. Perché ho un debito con la lingua greca: quando ero ragazzino al liceo studiavo teatro invece di studiare greco; dicevo a mio padre che avevo bisogno di ripetizioni di greco, poi con i soldi delle ripetizioni andavo a fare le lezioni di teatro. Da questo debito è nato poi un amore appassionante e passionale per Iliade e Odissea e le lettere classiche; da qui ho cominciato a tradurre e a scrivere questa versione di Iliade, una versione emotiva, scritta appositamente per essere raccontata agli altri.
Quindi se dovessi consigliare un modo per approcciarsi alla tua Iliade, quale sarebbe?
Leggerla ad alta voce, anche se si è da soli. Io, attraverso questo libro, trasmetto una passione e chi la prende la trasmette agli altri, ai propri figli, a scuola… Prendete Iliade, questa Iliade, e raccontatela agli altri, anche per strada. Fermiamoci e raccontiamo Iliade.
C’è un momento della storia o un personaggio che senti più vicino a te?
I personaggi di Iliade siamo noi, per una volta noi parliamo di umanità del mito. Questi personaggi non moriranno mai, e non moriranno mai perché sono archetipi dei nostri sentimenti. Iliade parla di amore, di passione, di ira, di odio, tutto questo è contenuto in questo libro ed è quindi impossibile scegliere un personaggio, non avrebbe senso. Sicuramente, attraverso questa storia, come sarà anche per Odissea, ripercorriamo le nostre tappe. È un libro meditativo, anche leggerlo un po’ alla volta può essere interessante per ritrovare sé stessi.
C’è un aspetto che più degli altri ti ha affascinato dell’Iliade di Omero?
Iliade, insieme a Odissea e ad altri libri come la Divina Commedia, o Manzoni, è ricordato come un libro scolastico. Questo è il grande errore. Sono libri che costituiscono i pilastri del nostro sentire, della nostra cultura e della nostra lingua. Avere sul comodino l’Iliade e ogni tanto rileggere questi grandi libri ci aiuta a ritrovare noi stessi, sono i pilastri del pensiero occidentale.
Ancora adesso nella società attuale?
Soprattutto adesso, nella società attuale. Una società che dilapida la lingua, la accorcia, la dimentica, una società che non è attenta allo sviluppo, che pensa che con un segno grafico si possa davvero fare tutto. In realtà la lingua ha una sua evoluzione, ma proprio oggi, in un tempo in cui l’immagine cerca di soppiantare la parola, noi torniamo alla parola come principio fondante, base del dialogo e di un mondo di pace.
Quindi in che modo hai cercato di mantenere l’autenticità del poema originale, mentre lo rendevi accessibile e avvincente per il lettore di oggi?
Ho cercato di partire da quella che è la lingua di Omero e di riscriverla in modo poetico. Un tempo l’Iliade si cantava, quello che ho fatto è stato quindi cercare di smussare la lingua, di renderla morbida, così che si potesse dire ad alta voce. Oggi è importante riscoprirsi cantori, aedi contemporanei e tornare a raccontare la grande parola e quindi ho cercato di facilitare il compito di chi lo farà.