Mussolini e il professore
Vita e diari di Carlo Alberto Biggini
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Carlo Alberto Biggini (Sarzana 1902 – Milano 1945), professore e costituzionalista, venne scelto da Mussolini, dopo Gentile e Bottai, nel febbraio 1943 per guidare il ministero dell’Educazione Nazionale nel delicato passaggio che portò alla formazione della Repubblica sociale italiana con lo scopo di realizzare l’idea di “scuola totalitaria” fascista. Quando i progetti del Duce si scontrarono con la realtà che si indirizzava verso la sconfitta in guerra e alla caduta inesorabile del regime, Biggini, intellettuale di formazione liberale che aderì al fascismo per la sua visione corporativa della società, provò a salvare la scuola italiana, svincolandola dalle pretese ideologiche e favorendo una “restaurazione culturale” che agevolasse la transizione alla futura democrazia.
Nonostante la memoria di Biggini sia rimasta impigliata nella moderna storiografia fra molte altre di vinti rese incolori, chi si accosta alla sua storia scoprirà la figura di un intellettuale innamorato dell’Italia e del suo popolo, di un uomo coraggioso capace di accettare fino alla fine un confronto non certo facile, ma sempre schietto, con Mussolini. È questo che ci restituiscono i Diari del Professore e i numerosissimi altri documenti di prima mano a cui ha attinto con grande cura l’autore.
Garibaldi Luciano
Luciano Garibaldi (Roma, 1936) è giornalista professionista dal 1957; dal 1958 al 1968 è stato collaboratore del settimanale Tempo.
Nel 1964 ha pubblicato a puntate, su diversi quotidiani nazionali, una ricostruzione storica dell'attentato a Hitler del 20 luglio 1944, realizzata intervistando i superstiti di quell'evento.
Nel 1968 entra in Cecoslovacchia, primo giornalista italiano, il giorno seguente all’invasione sovietica. Dal 1969 è inviato speciale del settimanale Gente.
Nel 1974 è assunto dal Giornale di Indro Montanelli. Caporedattore centrale di Gente nel 1976, nel 1984 ha ricoperto lo stesso ruolo nel quotidiano La Notte. Dal 1986 al 1994 ha collaborato alla terza pagina di Avvenire; tra il 1992 e il 1995 è stato editorialista de L'Indipendente e poi del Giornale.
Attualmente collabora con le riviste Studi Cattolici, Il Timone e Storia in Rete, oltre a dirigere il periodico «MIX Magazine, la rivista dei Cinque Sensi».
Ha pubblicato numerosi libri dedicati alla storia d'Italia contemporanea, ai personaggi e alle guerre del Novecento. Alcuni suoi libri sono stati tradotti in otto lingue, tra cui il cinese.
Carlo Alberto Biggini (Sarzana 1902 – Milan 1945), a professor and co-constitutionalist, was chosen by Mussolini, after Gentile and Bottai, in February 1943 to lead the Ministry of National Education in the delicate transition that led to the formation of the Italian Social Republic with the aim of realising the idea of a fascist ‘totalitarian school’. When the Duce’s projects clashed with the reality that was heading towards defeat in the war and the inexorable fall of the regime, Biggini, an intellectual with a liberal background who joined fascism because of its corporate vision of society, tried to save the Italian school, freeing it from ideological pretensions and favouring a ‘cul¬tural restoration’ that would facilitate the transition to the future democracy.
Despite the fact that Biggini’s memory has become entangled in modern historiography among many others of losers rendered colourless, those who approach his story will discover the figure of an intellectual in love with Italy and its people, of a courageous man capable of accepting until the end a confrontation with Mussolini that was certainly not easy, but always frank. This is what the Professor’s Diaries and the numerous other first-hand documents that the author has drawn on with great care give us.