Audi, filia
Il mondo, il demonio, la preghiera, l'amore di Dio, la bellezza dell'anima
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È la prima edizione italiana moderna di un classico della spiritualità del Cinquecento (la precedente traduzione risale al 1769). L’autore, semplice sacerdote diocesano, consigliere di santa Teresa d’ávila, di sant’Ignazio di Loyola, di san Pietro d’Alcantara, incorse nei rigori dell’Inquisizione per la prima edizione di quest’opera, pubblicata a sua insaputa nel 1556. Ripubblicata nel 1574 nell’edizione emendata dall’autore, a cinque anni dalla sua morte, Audi, filia (che prende il titolo dal Salmo 45, 11-12, «Ascolta, figlia, guarda, porgi l’orecchio…») raccoglie i consigli spirituali rivolti alla giovanissima discepola Sancha Carrillo. È un trattato di ascetica cristiana, su come resistere alle tentazioni, sulla vita di orazione, sull’umiltà e sull’identificazione con Cristo, che attraversa intatto i secoli con la forza della dottrina e dell’esperienza vissuta.
D’Avila Giovanni
San Giovanni d’ávila (1500-1569), inviato all’università di Salamanca per studiare diritto, non si sentì portato per tale genere di studi e, tornato a casa, trascorse tre anni in preghiera e penitenza. Un francescano gli consigliò di studiare filosofia e teologia, come fece presso Alcalá tra il 1520 ed il 1526, sotto la guida di Domenico de Soto. Nel frattempo rimase orfano e, ordinato sacerdote nel 1525, devolvette ai poveri gran parte della sua eredità. Ottimo predicatore, avrebbe desiderato partire missionario per il Messico, ma l’arcivescovo di Siviglia lo trattenne in patria per predicare in Andalusia. Diventato famoso in tutta la Spagna come predicatore e direttore di anime, riorganizzò l’Università di Granada e fondò l’Università di Baeza. Il suo biografo è fra Luis de Granada, di cui le Edizioni Ares hanno pubblicato, in questa stessa collana, la Guida dei peccatori e Il libro dell’orazione e della meditazione. Beatificato da Leone XIII nel 1894, Giovanni d’ávila è stato proclamato santo da Paolo VI nel 1970.