giampiero neri e odilon redon: un dialogo tra poesia e immagine

 

Mimesi

Delle figure e dei fregi

si osservano sulle ali delle farfalle

e in altre specie diverse

ornamento e difesa insieme,

simili a cerchi e disegni

dette anche macchie ocellari,

sono una varietà di mimetismo

l’immaginario occhio di Dio che guarda.

Armi e mestieri: un nuovo volume di Giampiero Neri entra nel catalogo Ares

Come scrive il critico letterario Roberto Galaverni, che firma l’Introduzione al volume Armi e mestieri di Giampiero Neri nella nuova edizione per Ares, a rendere Neri un maestro della poesia novecentesca è il «rapporto di reciprocità o, meglio, d’inversa proporzionalità tra la concisione del discorso poetico e la capacità d’estensione semantica che s’innesca nella sua poesia». Neri è un poeta che con poche parole riesce a raccontare al meglio i grandi temi dell’esistenza: il tempo, la natura, la storia, il destino.

Mimesi ne è un esempio. Quelle macchie rotonde che fungono da esca sulle ali delle farfalle diventano un riflesso dell’immaginario occhio di Dio che guarda. Nel componimento di Neri, la mimesi non è solo una strategia di sopravvivenza, ma anche un richiamo alla tensione tra visibile e invisibile, tra bugia e rivelazione.

Neri e Redon: la scelta della copertina di Armi e mestieri

Alla poesia abbiamo voluto associare Papillons, opera del pittore simbolista Odilon Redon (1840-1916) che sembra dialogare perfettamente con questa visione poetica. Le sue farfalle non sono solo esseri naturali, ma creature trasfigurate dall’immaginazione, immerse in un’atmosfera onirica e quasi mistica. I colori delicati e la composizione fluttuante suggeriscono leggerezza, ma anche un senso di mistero. La stessa ambiguità che ritroviamo nelle parole di Neri, dove la bellezza dell’ornamento si accompagna a una funzione difensiva e il visibile lascia intravedere una dimensione ulteriore.

L’accostamento di Papillons alla raccolta poetica di Giampiero Neri offre quindi una chiave d’accesso visiva alla sua poetica. La copertina non è solo una veste grafica, ma un’anticipazione visiva di quel gioco di percezioni che la poesia stessa mette in atto, ponendo il lettore di fronte a interrogativi sulla natura della visione e sulla funzione dell’arte nel decifrare il reale.