Camàn
Nella calma delle sere stellate, nelle case-tenda ardono piccoli lumi gialli e filanti. Gli straccioni che le occupano, in troppi, vi si muovono con cautela, proiettando sui teli ombre giganti, simili a fantasmi di se stessi
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«Una delle voci più originali della letteratura triestina del Novecento», così Claudio Magris ha riassunto l’opera di Stenio Mattioni (1921-1997), romanziere scoperto negli anni Sessanta da Bobi Bazlen che lo volle presto tra i suoi autori di spicco per Adelphi.
Camàn è uno struggente memoir sui prigionieri italiani nel campo di Helwan in Egitto: è l’inedito di un protagonista della letteratura del Dopoguerra e una delle rarissime testimonianze sulle migliaia di italiani rinchiusi per anni dietro i reticolati del Nord Africa.
Mattioni Stelio
Corriere della Sera: Diario di prigionia, cercando Trieste. I giorni di guerra di Stelio Mattioni
Scarica PDFIl Piccolo: "Camàn", i diari inediti di Stelio Mattioni prigioniero in Nord Africa
Scarica PDF“One of the most original voices of twentieth-century literature from Trieste”, is how Claudio Magris summed up the work of Stenio Mattioni (1921-1997), a novelist discovered in the 1960s by Bobi Bazlen who soon wanted him to be one of his leading authors for Adelphi.
Camàn is a poignant memoir about Italian prisoners in the Helwan camp in Egypt: it is the unpublished work of a protagonist of post-war literature and one of the very rare testimonies about the thousands of Italians locked up for years behind the North African barbed wire.