«Che cos’è dunque la felicità, mio caro amico?»
CODICE: ART423
ISBN: 9788881554348
ANNO: 2008
PAGINE: 248
AREA: Famiglia & educazione
COLLANA: Anima & psiche
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«Che cos’è dunque la felicità, mio caro amico? E se la felicità non esiste, che cos’è dunque la vita?», chiede Giacomo Leopardi all’amico belga A. Jacopssen. Perché l’uomo sia protagonista della sua storia, occorre che mantenga viva questa domanda nella sua forma primigenia, come esigenza di felicità infinita.
L’opera, frutto di molteplici letture e di anni di insegnamento, si propone come un originale percorso letterario ed esistenziale, nel tentativo di riproporre in tutta la sua ampiezza la domanda del Recanatese e di suggerire un’ipotesi di ricerca nel confronto costante fra lui e altri grandi autori della tradizione.
La struttura è quadripartita. Nella prima parte si indaga il cuore dell’uomo come capacità ed esigenza di infinito. Nella seconda parte vengono esaminati i palliativi cui l’uomo ricorre per sopperire al desiderio di felicità. Nella terza parte ci si sofferma su alcune intuizioni che il Recanatese ha riguardo al raggiungimento della felicità. Tra queste, la più geniale è la necessità che l’Infinito si possa incontrare nella propria vita, si renda sperimentabile. Nella quarta e ultima sezione (La felicità) si parte proprio dall’esperienza dell’incontro, della conversione e del fascino della vita cambiata (Milosz, Manzoni, Dante, Calvino…), cui non è risparmiato il mistero della sofferenza (Mounier…). Alla luce dell’incontro con Cristo e della fede, si può fin da ora intuire il compimento dell’umano, da cui dipende la pienezza della felicità, e nella chiamata individuale a un destino eterno riscoprirsi per davvero protagonisti della Storia (Cesbron).