Il cane di Zarathustra
Tutto Nietzsche per tutti
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La figura del «cane» che nel profondo silenzio della notte ulula e trema suscitando pietà esprime, in Così parlò Zarathustra, il «dolore» di Nietzsche e anche, secondo Romano Guardini, l’orrore che promana dalla dottrina dell’eterno ritorno, il messaggio che non esiste nulla se non il mondo finito.
Nietzsche, sostiene Gianfranco Morra in questo magistrale saggio, è acuto nel descrivere l’uomo decadente della modernità, ma si rivela incapace di un progetto positivo di recupero: distrugge ogni fondamento della civiltà europea e cristiana, trovandosi poi del tutto privo di ogni criterio di ricostruzione che non sia quello soggettivo del gioco e dell’arte o, peggio, quello oggettivo della selezione e dell’allevamento. Morra sostiene la necessità di «andare “oltre” Nietzsche, nel senso che dobbiamo riflettere a fondo sulla perentorietà della sua critica, ma in nessun modo “con” Nietzsche, nel senso che nulla del suo progetto di recupero appare sensato o realizzabile».
Il volume è arricchito da un’ampia antologia dalle opere del filosofo tedesco, la cui scrittura aforistica, allusiva e spesso enigmatica mantiene una forte carica suggestiva. In appendice è illustrata l’enorme influenza che la filosofia di Nietzsche ha esercitato ed esercita sulla cultura contemporanea, nella letteratura, nell’arte, nella musica, nel cinema.
Morra Gianfranco
Gianfranco Morra è professore emerito di Sociologia della conoscenza nell’Università di Bologna. Ha indagato le correnti culturali della modernità, con particolare riguardo all’ateismo marxista e alle religioni secolari in saggi di rara finezza speculativa e di forte impegno etico-politico. Di Gianfranco Morra le Edizioni Ares hanno già pubblicato Europa invertebrata (2006) Antidizionario dell’Occidente (2010) e Il cane di Zarathustra (2013).