Le occasioni del «Diario postumo»
Tredici anni di amicizia con Eugenio Montale
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Esaurito
Questo libro, che spiega la circostanziata genesi di molte poesie del Diario postumo, è importante su due versanti: fa conoscere aspetti inediti del Montale «privato», e fornisce illuminazioni letterarie sorprendenti. Montale aveva visto in Annalisa l’alter ego che avrebbe voluto essere, scoprendo in sé un sentimento di paternità e, addirittura, di maternità poetica, impensabile anche per i più fedeli ammiratori del poeta che «spesso», tra il 1920 e il 1927, aveva incontrato «il male di vivere». Annalisa Cima che, dopo averla letta, aveva pregato Montale di non pubblicare sul Corriere, nel 1969, la lusinghiera prefazione al suo primo libro di versi, era, per il poeta, la persona giusta per accogliere quel nuovo sentimento di paternità/maternità, e alla quale affidare, anche in sede testamentaria, la propria fama attraverso la cura dell’Opera omnia.
Dalla Prefazione di Cesare Cavalleri
Cima Annalisa
(Milano, 1941), poetessa, scrittrice e pittrice. Tra i suoi testi poetici, Terzo modo (Scheiwiller, 1969), Immobilità (Scheiwiller, 1974), Sesamon (Guanda, 1977), Ipotesi d’amore (Garzanti, 1984), Il tempo predatore (Interlinea, 2001). L’intera sua produzione poetica fino al 2007 è raccolta in Di canto in canto (Longo Editore, prefazione di Paolo Cherchi). La monografia bilingue Annalisa Cima, a cura di Vanni Scheiwiller (1999) riunisce testi di Alberto Sartoris, Giulio Carlo Argan, Meyer Shapiro, sull’attività pittorica della poetessa.