L’enigma di Shakespeare
Cortigiano o dissidente?
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Come tutti gli uomini geniali, William Shakespeare sfugge a qualsiasi inquadramento: scrittore enigmatico per eccellenza, al punto che qualcuno dubita ancora che sia veramente esistito, e poeta profondissimo, universale, «per tutti i tempi», scrisse opere immortali. Ma, come ogni vero classico, Shakespeare è naturale pensarlo anche protagonista della sua epoca; e poiché visse nel secolo d’oro della letteratura inglese, la corrente Whig-protestante ne fece il poeta nazionale britannico e volle vedere nella sua opera l’esaltazione dello status quo.
Tale lettura si è, però, rivelata assai superficiale e, nonostante le numerose falsificazioni apportate nei secoli, non concorda né con le opere, né con quanto sappiamo della vita; tanto più che il sistema elisabettiano è emerso, attraverso gli studi storici più recenti, come un regime totalitario e violentemente oppressivo. Ora, è possibile che un poeta tanto grande fosse il paladino di una dittatura, di cui furono vittime fino al martirio i suoi stessi parenti, amici e vicini di casa?
Per la prima volta in Italia, questo volume ripercorre dettagliatamente la biografia e l’opera del Bardo dell’Avon seguendo il filo rosso della sua dissidenza e rivelando gli stretti rapporti che egli ebbe con il mondo sotterraneo del cattolicesimo inglese braccato dalle autorità. In questa luce tutte le numerose, apparenti contraddizioni crollano, e il puzzle shakespeariano quadra perfettamente. L’enigma di Shakespeare si fa meno enigmatico, la sua passione per il teatro si fa missione segreta; giacché le sue simpatie, a quanto emerge in modo sempre più chiaro, andavano alla minoranza perseguitata e le sue opere cercarono, più o meno cautamente, di dar voce a chi non aveva più il diritto di parlare.
Sala Elisabetta
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Scarica PDFLike all men of genius, William Shakespeare eludes any framing: an enigmatic writer par excellence, to the point that some still doubt that he really existed, and a profoundly profound, universal poet “for all time,” he wrote immortal works. But, like any true classic, Shakespeare it is natural to think of him also as a protagonist of his time; and because he lived in the golden century of English literature, the Whig-Protestant current made him Britain’s national poet and wanted to see in his work the exaltation of the status quo.
Such a reading has, however, turned out to be very superficial and, despite numerous falsifications over the centuries, does not agree either with the works or with what we know of his life; all the more so since the Elizabethan system has emerged through more recent historical studies as a totalitarian and violently oppressive regime. Now, is it possible that such a great poet was the champion of a dictatorship, of which his own relatives, friends and neighbors were victims to the point of martyrdom?
For the first time in Italy, this volume traces in detail the biography and work of the Bard of Avon following the red thread of his dissidence and revealing the close relations he had with the underworld of English Catholicism hunted by the authorities. In this light all the many apparent contradictions collapse, and the Shakespearean puzzle squares perfectly. Shakespeare’s enigma becomes less enigmatic, his passion for the theater becomes a secret mission; since his sympathies, as it becomes increasingly clear, went out to the persecuted minority, and his plays sought, more or less cautiously, to give voice to those who no longer had the right to speak.