L’ex pubblico ministero e magistrato in pensione Giancarlo Capaldo è stato sentito dagli inquirenti della Procura di Roma nell’àmbito di un procedimento avviato dopo la richiesta di informazioni da parte del Consiglio superiore della Magistratura circa un esposto presentato da Laura Sgrò, legale dei famigliari di Emanuela Orlandi, la quindicenne cittadina vaticana scomparsa nel nulla nel 1983 e mai più ritrovata. L’atto dell’avvocatessa Sgrò ha come oggetto – spiega il Csm nell’atto di trasmissione al Tribunale di Roma – la «richiesta di accertamenti sulla condotta dei magistrati della Procura di Roma con riferimento ai colloqui intercorsi con il Vaticano per il rinvenimento del corpo di Emanuela Orlandi».
Tutto nasce dalle dichiarazioni fatte da Capaldo nel corso di una presentazione del suo ultimo romanzo, La ragazza scomparsa (Chiarelettere, Milano 2021, pp. 192, euro 16), nel quale il caso Orlandi è evocato attraverso la funzione letteraria. Ribadite durante una puntata della trasmissione televisiva Atlantide, le dichiarazioni di Capaldo riguardano gli anni in cui fu titolare dell’inchiesta sulla scomparsa di Emanuela Orlandi. L’ex magistrato ha infatti raccontato che nel 2012, sotto il pontificato di Benedetto XVI, incontrò due rappresentanti del Vaticano, «importanti in quel momento», che gli fecero ritenere possibile il ritrovamento del corpo della ragazza.
Secondo Capaldo, i due misteriosi emissari «si riservarono di sentire alcune persone più in alto nella gerarchia e di darmi una risposta». La risposta in effetti arrivò e fu positiva, ma in seguito la trattativa non diede il risultato sperato. Perché? Spiega Capaldo: «Io termino la mia reggenza perché a capo della Procura viene nominato Giuseppe Pignatone e dall’altra parte, in Vaticano, si iniziano una serie di grandi manovre o di scontri sotterranei, come è costume probabilmente in quel contesto, intorno a papa Ratzinger. E sappiamo che poi papa Ratzinger da lì a un anno neppure si dimetterà».
Dichiarazioni che hanno provocato la pronta reazione del successore di Capaldo in Procura, Giuseppe Pignatone (dall’ottobre 2019 presidente del Tribunale dello Stato della Città del Vaticano), il quale ha scritto al Corriere della sera: «Il dottor Capaldo non ha mai detto nulla, come invece avrebbe dovuto, delle sue asserite interlocuzioni con “emissari” del Vaticano alle colleghe titolari, insieme a lui, del procedimento. Nulla in proposito egli ha mai detto neanche a me, che pure, dopo avere assunto l’incarico di procuratore della Repubblica (19 marzo 2012), gli avevo chiesto di essere informato dettagliatamente del caso Orlandi».
Giancarlo Capaldo durante le sue rivelazioni si è anche detto disponibile, se venisse chiamato, a essere sentito dalle autorità vaticane.
Cento anni fa Pio XI, papa Ratti
Il segretario di Stato della Santa Sede, cardinale Pietro Parolin, sarà a Desio, in provincia di Monza e Brianza, in Lombardia, dove sabato 5 febbraio 2022, su invito del Centro internazionale di studi e documentazione Pio XI, prenderà parte alle iniziative che celebreranno il centenario dell’elezione a sommo pontefice di Achille Ratti, nativo proprio di Desio. Eletto al soglio di Pietro il 6 febbraio 1922, Ambrogio Damiano Achille Ratti nacque il 31 maggio 1857 e legò il suo nome alla terra d’origine frequentando il Liceo Zucchi di Monza e successivamente il Collegio San Carlo e il Seminario di Seveso. Laureato in Filosofia, Diritto canonico e Teologia, divenne prefetto della Biblioteca Ambrosiana (1907-1911) e poi della Vaticana (1914-1918). In seguito ebbe incarichi diplomatici nei territori degli ex Imperi Centrali, in particolare per contribuire alla riunificazione della Polonia. Nel 1921 fu chiamato da Benedetto XV alla guida della Diocesi di Milano come successore del beato cardinale Carlo Andrea Ferrari, ma vi rimase solo sei mesi perché all’inizio del febbraio 1922, appunto, fu eletto Papa.
Durante il suo pontificato furono firmati i Patti Lateranensi fra il Regno d’Italia e il Vaticano. Tra le sue moltissime realizzazioni, da ricordare la Radio Vaticana, per la quale si affidò a Guglielmo Marconi e che inaugurò nel 1931 con il messaggio Qui arcano Dei. Appassionato alpinista, Ratti scalò diverse vette delle Alpi e fu il primo, nel luglio del 1889, a raggiungere la cima del Monte Rosa dalla parete orientale. Conquistò anche le cime del Gran Paradiso, del Cervino e del Monte Bianco, aprendo la via chiamata «Ratti – Grasselli».
Un compositore da riscoprire
È stato il Trio per archi n. 2 in la minore di Lorenzo Perosi ad aprire a Roma, al Pontificio Istituto di Musica sacra, l’anno dedicato al compositore e presbitero che dal 1902 al 1952 fu maestro della Cappella musicale pontificia Sistina. In occasione del centocinquantesimo anniversario della nascita, per ricordare il sacerdote piemontese (Tortona 1872 – Roma 1956) per dodici mesi saranno proposti eventi, concerti e incontri, con il patrocinio del Pontificio Consiglio della Cultura, del Pontificio Istituto di Musica sacra e dell’Ufficio delle Celebrazioni liturgiche del Papa.
Lorenzo Perosi, che nel 1887 si fece terziario francescano, l’anno dopo entrò al liceo musicale di Santa Cecilia di Roma e iniziò a seguire un corso di studi per corrispondenza del conservatorio di Milano. Divenuto organista appena diciottenne, fu maestro di canto all’abbazia di Montecassino, che lasciò nel 1891 per motivi di salute. L’anno successivo si diplomò in contrappunto al Conservatorio di Milano, e si perfezionò a Ratisbona. Nel 1893 divenne maestro di cappella a Imola e l’anno seguente direttore della Cappella Marciana della Basilica di San Marco a Venezia. Ordinato sacerdote nel 1895, tre anni dopo fu nominato da Leone XIII direttore perpetuo della Cappella musicale pontificia Sistina, carica che ricoprì fino alla morte, il 12 ottobre 1956.
«La grandezza di Perosi non sta solo nell’aver composto grande musica per la liturgia. Ha composto anche grande musica sinfonica e grande musica da camera», spiega monsignor Vincenzo De Gregorio, direttore del Pontificio Istituto di Musica sacra. «Scrisse tantissimo per la liturgia, in particolare per i seminaristi, e non c’è prete di una certa età che da giovane non abbia eseguito e cantato qualche Messa di Perosi. Quindi la più nota delle sue produzioni è quella liturgica, con le Messe in particolare. Ma il capitolo più rilevante della sua musica riguarda gli oratori. Dal punto di vista spirituale, la musica di Perosi svela una pietà solida, tipica di una persona che nella propria vita dà spazio alla preghiera e al legame con la vita della Chiesa».
In occasione dell’anno dedicato a Perosi, sarà anche prodotto un nuovo cd del coro della Cappella Sistina con opere inedite del musicista.