Mi è capitato tante volte di accompagnare in auto Cesare Cavalleri (che non guidava) da una parte all’altra dell’Italia. Prima della “benedizione” del navigatore, ci siamo persi con frequenza, con la nostra leggendaria Opel Corsa blu, tra le rotonde della Brianza di Eugenio Corti. Viaggi indimenticabili e conversazioni, che spaziavano da Patti Pravo alle atmosfere segrete dei romanzi di Alessandro Spina.
Qualche volta abbiamo ricordato la comune esperienza scoutistica. Chi ha vissuto quest’avventura, forse ricorda con emozione un passaggio decisivo: quello da “lupetto” a “scout”, intorno ai 12 anni. Quando il “lupetto” lascia il “branco”, gettando alle spalle il berretto verde-oro, per entrare nel “reparto”. Al “lupetto”, cresciuto con le storie del Libro della giungla, tocca abbandonare la propria comfort zone, per entrare nella nuova unità, conoscere amici più grandi, e, in fondo, prepararsi alla vita. Come accade a Mowgli, il giovane eroe di Kipling, che lascia i suoi amici animali, che lo hanno allevato nella giungla, per ritornare tra gli uomini. In questo rito di passaggio c’è riconoscenza per i propri maestri, il timore per l’ignoto, ma anche quell’inconfondibile luccichio che si accende negli occhi quando all’orizzonte si prospetta una nuova avventura.
Mutatis mutandis è quanto stiamo vivendo in casa editrice.
Come potrete immaginare, abbiamo tante sfide da affrontare, ma come ho già scritto, lo staff è affiatato e con molte frecce nella faretra (che è poi il nome della nostra collana di storia).
Siamo aperti a nuove sfide. In fondo, era proprio quanto aveva voluto Cesare negli ultimi anni. Gli era costato lasciare la sua storica “tana” di via Stradivari, ma sapeva che l’Ares stava diventando grande. E così vorrei ripercorrere con voi alcune tappe di questo cammino iniziato nel 2018, l’anno in cui Cesare av- viò la riorganizzazione della Casa editrice. Da quel momento sono nate nuove collane, come i “Classici di spiritualità” (con le opere di san Josemaría e di Vittorio Messori) e “Un santo per amico”, abbiamo rilanciato i “Narratori”, rinnovato “Ossidiana” (con i testi di Giampiero Neri, Antonia Arslan o Luca Doninelli), abbiamo varato i “Profili” degli scrittori (Carver, Eliot, Dostoevskij, Tolstoj, Hillesum, Fenoglio, Peguy, Stevenson…). Ancora, abbiamo iniziato il “ripescaggio” di alcuni gioielli del nostro catalogo, dall’Elogio della filosofia di Pieper a Nell’orto degli ulivi di Thomas More.
Durante la Pandemia è stata potenziata la presenza della Casa editrice sul Web: con tante dirette Facebook, l’apertura del canale Youtube e di Instagram, la creazione degli ebook per ogni novità mandata in libreria.
Da settembre 2022, inoltre, è on line il sito della Casa editrice e quello di Studi cattolici. Tutto questo è stato possibile anche grazie all’inserimento di giovani con talento e tanti sogni nel cassetto.
Cosa ci aspetta ora? Intanto, proseguire sulla strada intrapresa.
Sul lato della casa editrice, continueremo ad ampliare il settore “laico” (quello religioso è consolida- to e molto amato), a essere molto molto curiosi (era il consiglio che Pound dava ai giovani) e a mantenere una comunicazione “calda” con i nostri lettori, con i quali vogliamo restare in fecondo dialogo. Riformulando quell’espressione di Saint John Perse tanto cara a Cesare, mi piacerebbe ricordare a ogni pié sospinto che la lettura e la cultura servono “per vivere meglio”. In questa prospettiva, Studi cattolici resterà un polmone indispensabile. Sarà, come è sempre stato, una palestra di libertà e un laboratorio di idee per il nostro tempo. Ovviamente non è compito di un mensile dare notizie, a noi spetterà vagliarle, suggerire approfondimenti e (spero) accendere lo zoom su temi esclusi dal circo mediatico.
Inoltre, vedrete presto dei cambiamenti sulla rivista: sono in arrivo nuovi collaboratori, nuove rubriche e anche un nuovo design.
Vogliamo che questo progetto sia sempre più corale, i ponti contano più delle trincee: in questo mondo polarizzato forse la cultura è uno spazio dove si può ancora dialogare arricchendosi reciprocamente anche quando si parte da posizioni lontane. Naturalmente, perché tutto questo possa continuare, conto, insieme ad Andrea Beolchi, che dal prossimo numero firmerà questo Editoriale, sull’amicizia e sul sostegno di ognuno di voi.