Nett hier. Aber waren sie schon mal in Baden-Württemberg? («Bello qui. Ma siete mai stati nel Baden-Württemberg?»).
Per i viaggiatori più attenti, questa frase potrebbe suonare familiare. Perché chi viene dal Baden-Württemberg, regione federale nel sud-ovest della Germania, ne è estremamente fiero e ci tiene a far sapere, ovunque vada, che questo luogo esiste e che, a scapito di quanto si potrebbe immaginare, nasconde delle perle.
Durante il mio soggiorno a Stoccarda (Stuttgart, capitale del Länder in questione) ho scoperto questa simpatica usanza degli abitanti più “patriottici” della città: tappezzare di adesivi “Nett hier. Aber…” gialli e neri (i colori della bandiera del Baden-Württemberg) ogni luogo da loro visitato. Ed è così che da quel giorno, inevitabilmente, ho iniziato a notarli in ogni città che visitavo. Persino a Milano, esattamente nei pressi dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, proprio su una parete davanti a cui sono passata ignara di tutto ciò per quattro anni.
Musicisti e castelli
“Tradizioni” più recenti a parte, tra le tappe da non perdere per gli amanti della letteratura spicca Schillerplatz: una delle piazze centrali, interamente dedicata al poeta, drammaturgo e filosofo Friedrich Schiller (Marbach am Neckar, 1759 – Weimar, 1805), nato e vissuto nei pressi di Stoccarda e principale esponente della corrente romantica tedesca.
Il centro vero e proprio della città è invece Schloßplatz (“piazza del castello”), che ospita il Neues Schloss, nel quale hanno sede i ministeri della Cultura e del tesoro del Baden-Württemberg. La prima costruzione del castello risale alla metà del XVIII secolo, ma fu restaurato negli anni Sessanta del Novecento a seguito dei bombardamenti alleati durante la Seconda guerra mondiale.
Il periodo migliore per visitare Stoccarda è tra aprile e maggio e a settembre, i mesi in cui la città si trasforma e si mostra con l’abito “buono” per uno dei maggiori eventi dell’anno: il Cannstatter Volksfest.
Il Cannstatter Volksfest
Come suggerisce il nome, la festa popolare si tiene nel quartiere di Badcannstatt, a nord della città. Non è un caso che l’evento di maggior significato per la cultura popolare si tenga nell’area più antica di Stoccarda, nella quale nel lontano I secolo d.C. si stabilì il primo insediamento romano, da cui si sviluppò poi nel corso dei secoli la città metropolitana che vediamo oggi.
La festa dura tre settimane ed è considerata la seconda festa tradizionale più famosa della Germania, dopo l’Oktoberfest. Le origini del Cannstatter Volksfest risalgono al 1816, quando il Württemberg subì una quasi totale distruzione del raccolto, a seguito di un inverno particolarmente lungo e freddo. Nel 1818 quindi il re Guglielmo I, per risollevare gli animi del suo popolo, istituì il Canstatter Volksfest proprio nell’area verde del quartiere Cannstatt. Simbolo della festa che permane ancora oggi è la Fruchtsäule, una colonna di vera frutta candita alta 24 metri, che ricorda le origini contadine di questa tradizione e che, per rendere l’idea, assomiglia molto a un albero della cuccagna.
Un grande parco giochi
L’atmosfera che si respira passeggiando per il Volksfest – che nelle settimane primaverili viene chiamato Frühlingsfest (“festa di primavera”) – è caotica e scintillante: gazebi dove viene servito cibo tipico, giostre e montagne russe per grandi e piccoli, la ruota panoramica mobile più grande al mondo e, infine, i famosi tendoni. Ogni tendone ospita dalle 2.000 alle 8.000 persone e al loro interno la musica popolare suonata dal vivo fa da sottofondo, riportando chiunque vi entri alle antiche feste popolari.
Piatti tipici immancabili sono i Käsespätzle (gnocchetti al formaggio) e gli Schwäbische Maultauschen, i meno conosciuti “ravioli” di carne di maiale, pietanza frequentemente consumata sia in Württemberg sia nella regione bavarese. Tutto accompagnato dalla bevanda simbolo della nazione: la birra. Ciò che rende il Volksfest di Stoccarda speciale e unico è la scelta di servire solo le birre prodotte dai birrifici della città; ed è così che, con estrema fierezza, nei tendoni, all’interno dei tipici boccali da un litro, viene versata la Stuttgarter Hoffbräu.
Abiti tipici: il drindl
Ma ciò che colpisce ancor più delle montagne russe, delle luci colorate, del cibo e della birra, sono gli abiti tradizionali. In questo caso, “l’abito fa il monaco”, perché è così che si può facilmente riconoscere un “vero” tedesco dalla moltitudine di turisti: nessun tedesco si sognerebbe mai di presentarsi in abiti informali durante un evento simile.
Il drindl per le donne e i lederhosen per gli uomini sono gli abiti simbolo del Volksfest, considerati dei veri e propri “tesori” culturali – mai definirli “costumi” in presenza di un autoctono se si vuole mantenere l’ambiente pacifico – che colorano le vie di Cannstatt e portano con sé una forte componente folkloristica. Questi abiti sono dei gioielli e costituiscono un pezzo di storia nella tradizione popolare tedesca; sia la versione femminile, sia quella maschile risalgono al XIX secolo e, sebbene l’uso fosse inizialmente solo lavorativo, col tempo sono diventati l’abito “da cerimonia” in Württemberg e in Baviera.
Il drindl nasce dall’abbigliamento contadino: era un semplice abito che le donne potevano indossare comodamente per svolgere le mansioni, in casa e nei campi, e che si è poi evoluto in un capo “alla moda”. È composto da un corsetto, spesso portato sopra a una camicetta, e da una gonna, lunga o corta. Ne esistono di tutti i colori e tipologie, ma non manca mai un elemento fondamentale: il fiocco in vita. Secondo la tradizione popolare, la posizione del fiocco indica lo stato familiare della donna che lo indossa. Quindi il fiocco portato a sinistra indica una donna single, a destra una donna sposata o fidanzata e, infine, il fiocco legato dietro al centro della schiena una donna vedova o cameriera.
Und lederhosen
L’abito maschile sono invece i lederhose, letteralmente “pantaloni di pelle”. Come dice il nome, sono pantaloni di pelle corti nati per essere indossati al lavoro, per la resistenza del materiale e la comodità, decorati a mano con ricami e spesso portati insieme alle bretelle. Immancabile anche la camicia a scacchi, di qualsiasi colore. Infine, a completare il look un gilet in panno, un charivari (una catena di gioielli tipica portata in vita), un loferl (un calzino) e un cappello tradizionale.
Immergersi nel Cannstatter Volksfest di Stoccarda non è solo un’esperienza di intrattenimento, ma un viaggio attraverso la storia e la cultura del Baden-Württemberg. Qui si celebrano la gioia e la vivacità del presente, ma anche il legame profondo con le radici e la tradizione: un percorso tra attrazioni, cibi e abiti che rappresentano l’identità popolare di un intero Länder.