Se la Librorcia fosse un personaggio della letteratura sarebbe di sicuro Emma Woodhouse, protagonista dell’omonimo romanzo di Jane Austen, sempre vestita alla moda anche in aperta campagna; oppure Isabel Archer, la signora di quel “ritratto” di Henry James che ama l’arte e l’eleganza ed è attratta dalla quiete delle ville e della campagna toscana, dove si circonda di bellezze artistiche.

In un borgo di quelli che si immaginano subito in cartolina, accanto alla vasca cinquecentesca che accoglie le acque termali scoperte dagli antichi romani, Simone Gallorini ha aperto le porte di una casa lontano da casa per la gioia di noi lettori: Librorcia, la libreria della Val d’Orcia.

I trenta attuali abitanti di Bagno Vignoni, una frazione di San Quirico d’Orcia, non sono stati motivo di ostacolo per imbarcarsi in un’impresa ad alto rischio (come aprire una casa per i libri nell’era dell’intelligenza artificiale).

D’altronde io stessa ho scoperto questo gioiellino nascosto durante un tour della più rinomata valle toscana a bordo di un vespino azzurro, accompagnato dalla lenta avanzata di una Cincentìn (la Fiat 500 d’epoca, in dialetto milanese, come direbbe mio padre) gialla, scelta tra le altre sfumature di colore solo per provare l’ebbrezza di passare una giornata con “Luigi”, l’iconico personaggio di Cars, film d’animazione nelle menti di tutti noi a cavallo tra i Millennials e la Generazione Z. Trenta abitanti ma innumerevoli turisti, a spasso tra i colli dorati di fine estate, in cerca dello scatto instagrammabile tra Pienza, Montepulciano e, appunto, San Quirico d’Orcia.

Una freccia di legno mi indirizza verso una scala in pietra sulla cui sommità mi attende un divanetto affiancato da una scatola di libri usati: mi sento già come se fossi a casa. L’ingresso sotto a un arco in mattoni risulta trionfale perché i miei passi sono subito accompagnati da una playlist musicale jazz in sottofondo: cerca (Getting some) Fun Out of Life su Spotify e continua a leggere.

Un progetto ambizioso

Approdato a Bagno Vignoni per motivi sentimentali, Simone decide di svoltare completamente la sua vita: da un lavoro che lo vedeva perennemente in giro per l’Europa, sceglie questo piccolissimo borgo per iniziare un’attività che era destinata a fallire già in partenza – o almeno così affermavano i pronostici.

Era il 2009 e dopo quindici anni la Librorcia è invece ancora protagonista indiscussa dei tour della Valle. Memore di un progetto universitario con il quale Simone e amici avevano dato vita al primo internet point con caffè letterario a Siena e sulla scia di quell’idea bucolica alla Notting Hill, ovvero una piccola libreria di quartiere frequentata da personaggi strani, Simone tenta l’impresa. E vuoi per i turisti attratti dalla tenuta comparsa nel film Il Gladiatore, uscito al cinema nel 2000 ma ancora oggi nelle menti di tutti; vuoi per il Chianti che soprattutto negli anni Novanta attrasse molti turisti, la Librorcia ha incrociato lettori qualunque e personaggi famosi da tutto il mondo.

«Ero rimasto un po’ folgorato da una frase di Umberto Eco al festival della piccola editoria di Roma», inizia a raccontarmi Simone1. «Un giornalista gli chiedeva come si spiegava il fatto che in Italia ci fossero centinaia e centinaia di piccole librerie indipendenti quando il rapporto tra livello di lettura e il consumo di libri è agli ultimi posti in Europa. Mi ricordo che lui gli rispondeva che se una libreria nasce con l’idea di aprire il salotto di casa e fare entrare gli amici perché condividano con te la bellezza della lettura, è un’impresa destinata a fallire, perché le librerie hanno le stesse regole delle macellerie, dei ristoranti, sono delle imprese e quindi devono utilizzare gli strumenti finanziari ed economici che utilizzano tutte le aziende. Questo un po’ mi inquietava», continua Simone, «ma Bagno Vignoni è un posto con una vocazione turistica incredibile».

È vero. La paura è stata il motore che ha spinto Simone a fondare la libreria, ma qualche volta serve una spinta che ci spaventa per realizzare progetti bellissimi.

Libri e tanto altro

Non solo libri: la Librorcia ha ospitato nel tempo tante opere d’arte, creazioni artigianali, sculture di ferro, corsi di acquerello, eventi, laboratori per bambini. Il giorno in cui ho visitato questa casa toscana dagli scaffali a cubotti in legno di quercia, con due divani e tanti cuscini davanti al camino e con vista sulle chiome fruscianti degli alberi, vi erano esposti i dipinti naïf di Paolo Scheggi, artista di Castiglione d’Orcia che riporta su tela gli iconici viali sinuosi protetti dai cipressi. Accanto, una scala in legno piena di penne con piuma d’oca colorata e taccuini rilegati in cuoio; nel sottoscala, vicino allo scaffale dedicato ai borghi d’Italia, pendevano segnalibri e biglietti d’auguri realizzati ad acquerello; sul tavolo delle novità spiccava un nome familiare in questo mio 2024: La ragazza che sognava Hemingway2, un libro che parla di me?

«All’inizio di questa avventura, accanto ai libri avevo scelto di vendere i prodotti di Pineider, una famosissima cartoleria di lusso di Firenze, frequentata anche da nomi come Lord Byron, Stendhal e Ungaretti. Un foglio di carta vergata poteva costare anche 10 euro e pensando al tipo di clientela che è solita frequentare i lussuosi hotel del paese, era un tipo di prodotto in linea con la loro grande capacità di spesa. Poi, come si dice in questi casi, “racconta al tuo Dio i tuoi progetti se vuoi farlo ridere”. Andavano meglio le vendite dei libri rispetto a quelle di Pineider».

Tra camini, favole e colori

Se c’è un angolo della libreria che più fra tutti fa sentire come a casa è quello dei divani davanti al caminetto, che già a dirlo rimanda a un’immagine di calore e intimità in famiglia. Simone mi confida che quel camino in disuso è stato reinterpretato pensando ai bambini. Al posto di lingue di fuoco e cenere, il camino è diventato una nicchia dedicata agli albi illustrati, fra cui trovano spazio anche i silent book, libri senza parole che lasciano parlare le immagini.

Un bel posticino per sedersi tutti lì davanti inventando storie e raccontandole a chi ci sta accanto o ancora leggere qualche pagina fra sé o in dolce compagnia. «A introdurmi al mondo degli illustrati è stata Carlotta Parisi3, un’artigiana di Montalcino che realizza opere di carta – il gatto che si stiracchia sulla finestra è suo – ma si è formata come illustratrice. Da lì ho iniziato a informarmi e specializzarmi dando vita anche al progetto “Avventura”: le maestre portano i bambini qui in libreria e io racconto loro le storie, le fiabe, seduti davanti al camino. All’inizio utilizzavo quasi sempre le Favole al telefono di Gianni Rodari…».

Un’altra iniziativa che è nata insieme alla Librorcia in collaborazione con l’Agenziaimpress di Siena, il Comune di San Quirico d’Orcia, toscanalibri.com e l’Hotel Posta Marcucci è “I Colori del Libro”: dal 2010, durante il secondo weekend di settembre, vengono invitati una ventina di autori per presentare il loro libro più recente in uno spazio di 50 minuti di tempo. Due giorni fitti di presentazioni una dietro l’altra. Tra gli ospiti di quest’anno ci sono stati Veronica Pivetti ed Eraldo Affinati.

A luglio c’è poi il Festival Internazionale del Libro della Val d’Orcia, “La Posta Letteraria”, che prevede pochi autori ma di altissimo livello per promuovere la crescita e la valorizzazione sociale e culturale. Gli ospiti 2024: Dacia Maraini, Nicola Gratteri, Antonio Di Bella e Teresa Principato. Un luogo inaspettato, accogliente e… vulcanico.

 

Per approfondire

Ecco tre consigli del libraio Simone cuciti su misura:
Firmino di Sam Savage, per chi non considera le librerie “abbastanza”;
Oblomov di Ivan A. Gončarov, per chi non fa le cose e poi si lamenta che non le ha fatte;
Morte a Firenze di Marco Vichi, per chi ha sempre voglia di tornare nelle amate terre toscane.

 

Note

1 Intervista a Simone Gallorini di Alessia Soldati, 24 settembre 2024.
2 Asha Lemmie, La ragazza che sognava Hemingway, Edizioni Nord 2024.
3 Carlotta Parisi, artigiana. Per approfondire: www.carlottaparisi.it