Madrid ha un primato geografico sconosciuto ai più. Fatta eccezione per Andorra La Vella, è la capitale più alta d’Europa. È strano rendersi conto del fatto che Madrid è un posto di montagna. Invece è proprio così. Eppure, sembra di trovarsi al mare. Le persone sono amichevoli, gioviali: e l’atmosfera mediterranea regna in tutti i sensi. Si respira ovunque un clima da spiaggia: feste su feste, notti luminosissime di insegne stravaganti, discoteche senza pari, movida, trasgressione. Non ci volete credere? Controllare sull’enciclopedia. Madrid si trova a 667 metri di altitudine. Assai più in alto di Berna, di Roma o di Parigi, e perfino di Mosca, di Praga e di Budapest.

A differenza di Barcellona – che è una città ormai svenduta al turismo più grossolano – Madrid, nonostante i colori sgargianti e discutibili del suo metrò, è una città elegante. Lo si intuisce nella Piazza d’Oriente, la sera, quando le sagome dei palazzi circostanti appaiono armoniosamente disposte da emozionare e commuovere.

Nel frattempo, un talentuoso burattinaio si esibisce in cambio di qualche moneta insieme alle sue sofisticatissime marionette: che sembrano saper piangere, ridere, applaudire, saltare di gioia, arrabbiarsi e addirittura litigare fra di loro. Manovrarle è difficile. Forse per questo si è già radunata una piccola folla di curiosi. Tutti sorridono, i volti sono distesi. Non c’è fretta, non c’è rabbia. Della tristezza nemmeno una traccia.

Facciata sud del Palazzo Reale di Madrid, con la bandiera spagnola sventolante in cima

Facciata sud del Palazzo Reale di Madrid

Il rumore contrasta l’eleganza

Ci troviamo alle spalle del Palazzo Reale. Le sue lunghe imponenti cancellate ne incorniciano l’autorevolezza. Sembra quasi di essere a Parigi. Ma si respira, ovunque, un’atmosfera diversa. Assai più rilassata. Perché Madrid è una capitale accogliente. Un luogo imperfetto e, proprio per questo, più umano. Soprattutto la Gran Via, con le sue traverse straripanti di baccano, di prostitute e di gente che fa pipì contro il muro. Ma che importa se, in compenso, Madrid offre anche molto incanto?

A cominciare dai Reali Giardini Botanici con le loro portentose serre in cui le piante tropicali grondano di bellezza, e in cui le orchidee – di ogni forma e di ogni misura – si mostrano vanitosamente, turgide come pochi altri fiori al mondo, e incantevoli almeno quanto gli occhi dipinti da El Greco: esposti negli sconfinati saloni del Prado. Uno fra i tanti musei madrileni: ricco quanto quello dedicato alla Regina Sofia, dove i più bei quadri di Mirò si susseguono l’uno accanto all’altro a poca distanza dalla Guernica di Picasso.

Ora è chiaro perché Ranieri di Monaco e Grace Kelly scelsero proprio Madrid per la loro luna di miele. Prenotarono una suite da sogno all’Hotel Ritz. Paradiso del silenzio. Al Ritz di Madrid si bisbiglia. Non si parla. E non importa che, nello stesso momento, altrove, si urli a squarciagola. La calma non esclude il baccano.

Madrid, del resto, è una di quelle rare città che riesce a offrire in ugual misura svago e cultura. Vanta, fra l’altro, spettacolari parchi del divertimento dotati di giostre e montagne russe da far rimanere a bocca aperta anche il più viziato dei bambini.

Al parco Faunia, invece, è possibile entrare in contatto diretto con alcuni fra i più sorprendenti animali al mondo: accarezzare un tucano, ammirare la profonda complessità  dei formicai, la grazia nascosta dei pipistrelli, intrattenersi con i pellicani – scoprendoli bisognosi di affetto e di attenzione proprio come i bambini – intenerirsi per l’andatura goffa dei pinguini, assistere al parto di un cavalluccio marino e perfino testimoniare la fatica affrontata dal pulcino per schiudere l’uovo che lo contiene.

Folla di persone alla Puerta del Sol di Madrid, con edifici storici e statue in vista

Folla di persone alla Puerta del Sol

Calamari fritti giganti

E, se gli amici avevano tanto raccomandato di recarsi al ristorante La Bola per provare il Cocido Madrileno (una pietanza pesantissima e indigeribile, con tanto lardo e midollo di bue) il gusto, invece, ottiene il suo massimo appagamento altrove: lontano dai velluti composti di salottini spocchiosi, nella trattoria Al Pezcador in Calle Infanta.

Qui, fra prostitute in pausa, studenti squattrinati e solitari avventori rimasti vedovi, indaffarati camerieri poggiano sugli sbilenchi tavoli immense porzioni di fragranti calamari fritti (che non andranno mai via dalla memoria) insalate di gamberoni freschi conditi con cipolla, pomodoro e basilico e, ancora, una prelibata qualità di tonno sott’olio, ma soprattutto una casseruola di polpette al pomodoro per la cui ricetta varrebbe la pena di scomodare i servizi segreti.

Il prosciutto viene affettato “al coltello” e quasi tutti ne chiedono un po’ in più quando finisce. Il pecorino si scioglie in bocca. E quando il conto arriva sembra impossibile che basti pagare così poco.

Ah! quanto si mangia bene a Madrid! E quanto piacevole è camminare per le sue strade larghe e materne. In bilico tra gloria e degrado, perdersi nei suoi parchi reali e incantarsi per il verde intenso dei loro prati tirati a lucido da giardinieri sopraffini.

Ma anche stupirsi per la bacheca che fa bella mostra di sé nella stazione di Atocha. “Depositate qui il biglietto giornaliero che non intendere più utilizzare, potrebbe essere utile agli altri” è stato scritto in grande su un cartello da un’amministrazione intelligente.

La nostalgia, di solito, arriva quando una città o una persona si è già lasciata. A Madrid, invece, la nostalgia si presenta in anticipo, già il giorno prima di andar via. È un fatto strano, inspiegabile, che varrebbe la pena approfondire.

Il fatto è che – a differenza di quasi tutte le altre capitali europee – Madrid è una città accogliente in cui, fin da subito, ci si sente a casa.